La notizia è di quelle importanti e ci onoriamo di darla in un territorio in cui si preferisce riempire blog e giornali on line di notiziucole che lasciano il tempo che trovano (non ultima quella della donna annegata nelle acque del torrente Patrì, in quel di Terme Vigliatore, donna poi riemersa, quindi introvabile, poi nuovamente comparsa e probabilmente salva perché avrebbe camminato sulle acque…ma per questo scoop il fior fiore dei giornalisti ancora lavora alacremente!). Andiamo alle cose serie.
Questo giornale on line è una testata che preferisce da sempre l’approfondimento alla cronaca spicciola, e comunque quando vi sono notizie “importanti” siamo in prima linea! Parliamo del cosiddetto “Caso Manca”, la morte dell’urologo barcellonese Attilio Manca, stimato medico all’Ospedale Belcolle di Viterbo e trovato morto in circostanze quanto meno misteriose. Da anni la famiglia di Attilio, composta da Angelina, Gino e Gianluca, si battono per riaprire una vicenda che qualcuno ha voluto chiudere troppo in fretta.
È di qualche settimana addietro un servizio del tutto inedito fatto dalla trasmissione tv “Chi l’ha visto”, in cui si è scoperto che Attilio in coincidenza con il soggiorno di Bernardo Provenzano a Marsiglia, non si trovava in servizio. Come, invece, sostenuto dalle indagini. Cosa di non poco conto, e primo passo verso quello che è avvenuto in queste ore. Si va al processo (a partire dal prossimo giugno) e questo vuol dire che verrà vagliata anche la pista mafiosa, quello che da sempre la famiglia Manca sostiene, ovvero che non si è trattato di suicidio o overdose (come sostiene la Procura di Viterbo), ma di vero e proprio omicidio mafioso compiuto per zittire un medico che aveva incontrato sul suo percorso professionale il superboss allora latitante Bernardo Provenzano, operato per un cancro alla prostata in Francia, e precisamente a Marsiglia.
Dopo l’udienza preliminare, il Gup Franca Marinelli ha rinviato a giudizio, per spaccio di sostanze stupefacenti, Monica Mileti, l’unica imputata per la morte del medico. Per il Pm Petroselli avrebbe ceduto lei la dose che causò la morte di Manca. Come afferma il legale della famiglia, Fabio Repici: “È una buona notizia perché finalmente ci sarà un luogo nel quale potersi adoperare per la ricerca della verità, che in tutti i modi la procura ha cercato di impedire, e ci sarà una fase di dibattimento nella quale anche i familiari di Attilio Manca potranno finalmente intervenire nella ricostruzione dei fatti per l’accertamento della verità”.
E l’altro legale dei Manca, Antonio Ingroia, sostiene che “certamente la Mileti non è l’unica responsabile, ma "grazie al risultato di oggi sarà possibile aprire un dibattimento davanti a un giudice terzo senza pregiudizi rispetto a come invece si è comportata la Procura di Viterbo”. Grande la gioia espressa da Angelina Manca, mamma di Attilio, la cui unica ragione di vita è ormai l’accertamento di come i fatti siano realmente andati, e che dopo ben dieci anni inizia ad intravedere la luce: “Per noi oggi è stata una giornata importantissima, finalmente la giustizia ha trionfato, non ce lo aspettavamo, si è aperto uno spiraglio per ottenere quella giustizia che ci è stata negata in tutti questi anni. Il fatto che ci sia un processo significa che arriveremo alla verità”.