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Ecco Matteo, il Salvatore della Patria, che per uscire dalla palude si sacrifica per il bene del Paese, rottamando l’amico Enrico Letta, in una sorta di uccisione (politica, ma anche umana) simile a quella della povera giraffa massacrata qualche giorno addietro in uno zoo. In quel caso c’erano tanti bambini ad assistere all’indecente evento, oggi vi sono tanti italiani a guardare sino a che punto è arrivata la politica italiota.
Un San Valentino 2014 che il Presidente del Consiglio uscente non dimenticherà tanto facilmente, lui prima così amato dal suo caro amico, che tra l’altro aveva affermato a più riprese: “stai tranquillo Enrico, io non voglio assolutamente prendere il tuo posto, sarò capo del governo solo se legittimato da un voto popolare.” Il voto c’è stato, ma poco più di un centinaio di iscritti ad un partito non è certo un voto popolare. E chissenefrega avrà pensato il buon Matteo. Abile calcolatore, ha riflettuto in questi giorni giungendo alla conclusione che lui non avrebbe potuto fare da spettatore per anni ad un governo Letta che era parecchio “soft” per i suoi gusti, per poi logorarsi e giungere al voto spompato. Dando una sorta di assist a Berlusconi e Grillo!
Così, sorprendendo tutti, ha avuto un colpo d’ala e si è detto: “meglio scendere in campo adesso e giocarmela in prima persona, vada come vada”. Non v'è dubbio che sia stata una scelta giusta dal suo punto di vista e riguardo i risultati lo vedremo nel corso dei prossimi mesi. Ma torniamo a queste ore frenetiche, che sono l’anteprima di un governo finalmente “hard” (?): alle 13,00 di oggi il Presidente del Consiglio Enrico Letta è andato a far visita a Re Giorgio per dimettersi. Molto elegante nei modi ha salutato con un cinguettio (che cita Seneca) su un social network: “Grazie a tutti quelli che mi hanno aiutato. Ogni giorno come se fosse l’ultimo.” E’ salito al Colle con la propria auto personale, salutando gentilmente la folla che si era radunata nel piazzale davanti la sede della Presidenza della Repubblica. Altro stile, altra classe rispetto al nostro Renzie/Fonzie.
E nei prossimi giorni (forse già domenica) colui che è passato da boy scout a concorrente della Ruota della Fortuna, da Sindaco di Firenze a Segretario del Partito Democratico, tenterà di dare questa “scossa “ In realtà Enrico Letta aveva cercato di dare una sterzata vigorosa al proprio esecutivo con il documento “Obiettivo Italia”, ma forse la sua mossa è stata un tantino tardiva e qualche ora dopo il segretario Renzi ha chiuso la Direzione del Pd con un documento nel quale ringrazia l’amico ma gli da il benservito, perché adesso c’è lui, che scende in campo e che salverà la nostra amata Patria! Alcuni passaggi sono stati francamente grossolani sotto il profilo istituzionale: non si va a parlare con il Capo dello Stato del nuovo governo scavalcando il Presidente del Consiglio in carica (e per di più, amico e appartenente allo stesso partito politico). E non si sfiducia un Governo dalla riunione di Direzione del proprio partito.
Ma il Parlamento cos’è oggi? Che ruolo ha? Sono solo dei pupi, delle marionette messe lì ad eseguire ordini superiori. Giustamente Forza Italia e M5S pretendevano che la crisi venisse istituzionalizzata. Il Capo dello Stato ha invece ritenuto che fosse solo una perdita di tempo ed ha iniziato le consultazioni per conferire l’incarico. Tra oggi e domani sentirà tutti i partiti. Ed è significativo il fatto che sia la Lega che il Movimento 5 Stelle non si presenteranno al Quirinale. All’inizio della prossima settimana l’incaricato Matteo Renzi si presenterà in Parlamento ed i pupetti onorevoli e senatori avvieranno il dibattito subito dopo il giuramento del nuovo governo.
Già si fanno i primi nomi di papabili ministri, da Angelino Alfano che potrebbe fare il vicepremier ma perdere gli Interni a scapito di Graziano Delrio, mentre per l’importantissimo dicastero dell’Economia si fa il nome di Lucrezia Reichlin, per il Lavoro Epifani, il Ministero della Giustizia dovrebbero contenderselo Michele Vietti e Giovanni Maria Flick. Fra le donne del Pd si fanno i nomi di Maria Elena Boschi (alle Riforme) e Marianna Madia. Emma Bonino verrebbe riconfermata agli Esteri su indicazione del Presidente Napolitano. Sono tutte indiscrezioni che verranno confermate o smentite fra alcuni giorni, quando appunto il Governo dovrebbe avere il via libera definitivo.
Le cose serie (si fa per dire…) inizieranno dal giorno in cui il governo sarà in carica, allora si comincerà a vedere se avverrà veramente quel cambio di marcia. Se sarà questo novello Salvatore della Patria del Terzo Millennio a salvarci tutti.