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"I miei occhi" presentato a Milazzo

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È stata presentata ieri a Milazzo la biografia di Daniela Aspa, dal titolo "I miei occhi", pubblicata per i tipi Smasher. Con l'organizzazione della Smasher e con il patrocinio gratuito della Pro Loco locale e del Comune, nei locali del Pala Diana sono intervenuti Nunziante Rosania, direttore dell'O.P.G. di Barcellona Pozzo di Gotto, Santi Calderone, assistente sociale, e Giulia Carmen Fasolo, direttore editoriale di Smasher.

Nel volume, Daniela Aspa ripercorrere con coraggio le tappe salienti della propria vita. Non vuole insegnare a vivere, perché ciascuno fa da sé, semmai desidera comunicare a tutti che dentro di noi esiste una forza che può tenerci in vita, può farci andare avanti, può farci gridare "IO CE L'HO FATTA!". Questo il messaggio saliente che è stato lasciato al pubblico presente in sala.

Dopo i saluti di ingresso del giornalista Petrungaro, intervenuto su delega della Pro Locola Fasolo ha aperto le danze degli interventi soffermandosi sul valore editoriale della pubblicazione, spiegando ai presenti i motivi per cui le vicende della vita di Daniela sono narrate dalla stessa in modo non lineare, ma volutamente frammentario, come fossero dei flash. «Daniela è capace di scrivere - afferma la Fasolo. - La frammentarietà è qui voluta, quasi ricercata, per dire solo ciò che si vuol dire e attraverso il filtro della propria emotività». La scrittura viene adoperata nel testo come strumento catartico di rivalsa dal dolore e dalle sofferenze ricevute, ecco perché il lettore potrebbe restare deluso se si approccia al libro esclusivamente per conoscere i dettagli di una cronaca di vita. Anche quando si narra il momento il tentato suicidio, si lasciano in sospeso i dettagli più difficili in modo voluto. Suggestiva anche la spiegazione della scelta grafica della copertina. «È buia perché così è stata pensata - spiega il direttore editoriale - con lo scopo di rimandare un percorso di vita tortuoso. La posizione della mano è per noi chiara: tutti utilizziamo le mani per difenderci, anche quando stiamo per cadere o per prendere un colpo nel volto. Qui si intravede comunque uno spiraglio, poiché dietro al buio c'è una labile luce che fa presupporre che non tutto sia finito». 

Santi Calderone, riprendendo il primo intervento, ha ripecorso le tappe salienti della vita della Aspa narrate all'interno del libro. Ha sottolineato la sua capacità di scrittura, ammettendo di aver conosciuto una Daniela del tutto inedita. Anche Calderone ha sottolineato la forza con la quale le vicende sono narrate, il coraggio nel decidere di voler restare, le scelte fatte al posto suo, l'assenza precoce di un padre ucciso barbaramente, l'abbandono della madre. Interessante la chiave di lettura che viene data al tentativo di suicidio: «Probabilmente Daniela non voleva provare ad uccidere la propria persona, cioè non era arrabbiata con se stessa. Forse voleva 'uccidere' la vita che era stata ingiusta con lei, voleva allontanare da sé tutto il dolore che era stata costretta a sopportare». Calderone ha concluso il suo intervento sottolineando come comunque Daniela oggi è una donna fortunata, perché nonostante quello che è stata costretta a vivere, oggi ha una bella famiglia composta da un marito e due figli, che le permettono ogni giorno di conoscere pienamente il valore di essere protetti, di avere qualcuno che si prenda cura di noi.

Infine, l'ultimo intervento prima di quello di saluto finale dell'Autrice, è toccato a Nunziante Rosania, direttore dell'Ospedale Psichiatrico Giudiziario di Barcellona Pozzo di Gotto. Invitato dalla Fasolo, si è soffermato su un registro di lettura clinico, indicando come le sindromi depressive possano far scaturire un certo tipo di nevrosi. I concetti chiave sui quali ha deciso di soffermarsi sono quello di alessitimia, con la quale si intende «l'incapacità di raccontare le proprie emozioni, di narrarle agli altri», e quello di capacità di resilienza, riferendosi «alla capacità di fronteggiare le avversità della vita, quasi a farle rimbalzare da sé». Daniela non è alessitimica, poiché è riuscita - a differenza di altri - a raccontare di sé; allo stesso tempo è resiliente, poiché ha tentato di salvarsi il più possibile da una vita così complessa che sembrava non voler lasciare scampo.

L'incontro è stato intervallato da suggestive letture di brani tratti dal libro. I dicitori sono stati la stessa Daniela Aspa e Giulia Carmen Fasolo. Pur non essendo molto numeroso il pubblico, chi ha assistito ha potuto apprezzare ancora una volta come Daniela Aspa in fondo - pur rimarcando che il dolore resterà per sempre e non potrà andare via dalla sua vita - è convinta che per tutti è possibile farcela, basta crederci. 


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